venerdì 20 luglio 2012

200701 undici anni dopo

Nel 2001 avevo tredici anni. Ero in vacanza in una colonia estiva su qualche montagna di cui non ricordo il nome. Ricordo che rientrando dopo una scampagnata passai davanti alla tv della hall: il tg parlava di Genova.

A tredici anni sei molto più inesperto, vuoi crescere in fretta e per fare questo hai bisogno di stare da una parte o dall'altra. Ricordo che non provai una sensazione ben definita: era un po' rabbia, un po' rassegnazione, un po' disgusto. Si parlava di qualcosa che ancora non conoscevo per nulla, ma me ne sentivo parte. 

Passati undici anni ho cambiato opinioni su un sacco di cose. Ho capito che i contorni del mondo non sono poi così nitidi, che sposare un simbolo, una bandiera o anche solo un partito è una cosa abbastanza da fessi. Ho interpretato la realtà attraverso varie categorie e mi sono arreso all'idea che siano tutto tranne che utili. 

L'esperienza diretta è e sarà sempre più proficua di qualsiasi analisi.
Passati undici anni, si, ho cambiato e limato un bel po' di opinioni. La cosa più assurda è che, comunque sia, con la consapevolezza di undici anni di esperienze in più, mi ritrovo sempre da quella parte.




La gente si annoia a sentir parlare di certe cose. Io, dalla mia, sono sempre stato annoiato "dalla gente". Non è un problema, va bene cosi, questa "diversità" mi mette addosso pure un po' di orgoglio.
E comunque sia non me ne frega un cazzo di quello che pensa la gente e dei suoi giudizi su di me. Tanto, parafrasando un amico, "se sono un figo o uno sfigato, l'han sempre deciso gli altri", quindi, la risposta rimane quella di sempre, andatevene a fanculo.

Oggi ci serebbe un sacco di retorica da sprecare, un sacco di cose anche sensate da dire dopo le due sentenze di questi giorni ma l'unica cosa che mi ronza in testa è la notizia di quei due irreperibili.
Via cazzo, spero siate già lontani. Buona fortuna.

martedì 17 luglio 2012

Propagandhi, disco nuovo?

I Propagandhi mi sono sempre piaciuti un casino. L'ultimo disco dei Propagandhi, "Supporting Caste", mi era piaciuto un casino. La presentazione del prossimo disco dei Propagandhi mi è piaciuta un casino:



Poche righe, un monaggio video, ed un pezzo niente di più.
Il clip lo trovate qui sotto, le righe invece portano la firma di Chris Hedges e più o meno fanno cosi:
"Ci consideriamo creature razionali. Ma è razionale aspettare come pecore nel recinto mentre ci conducono all'estinzione di massa?".

Failed States uscirà su Epitaph il 4 settembre.


venerdì 6 luglio 2012

Seasick Steve


Classe 1941, Oakland.
Suona chitarre che non hanno mai tutte e sei le corde ma che, in compenso, hanno nomi come Three-String Trance Wonder, One-Stringed Diddley Bow, Morris Minor Guitar... tutte rigorosamente dentro un amplificatore Roland Cube.

Seasick Steve porta la barba da tempi non sospetti, ha tatuaggi grezzissimi da tempi non sospetti, si veste male da tempi non sospetti ma soprattutto ha un suono che ormai è un marchio di fabbrica. Fa sta roba qua:






mercoledì 4 luglio 2012

Mate a colazione VS tonsillite e parassiti vari.


Ieri mattina rientravo al lavoro dopo una settimana di malattia. Tonsillite acuta.
Una merda che risolvi solo a botte di cortisone e pastiglie d'antibiotico grosse come supposte.

La mattina, di solito, intanto che faccio colazione, cazzeggio un po' tra i vari siti d'informazione ed altri titoli interessanti pescati dal mio pozzo nero di rss. Capita spesso ormai che, con in mano la mia bella tazza di mate fumante, mi soffermi per un po' sul blog di uno dei collettivi di scrittori migliori che io abbia avuto fra le mani negli ultimi mesi: la cricca Luther Blisset / Wu Ming.



I tipi sono dei capoccia senza senso. "Q" dovreste averlo letto tutti, è un fondamentale, lo trovate anche in download gratuito.

Beh, senza farvi troppe menate, ci tenevo a sottolineare due cose:

- il loro blog merita, almeno quanto i loro libri.

- il post di ieri parlava del rapporto fra scrittore e tempi moderni, in relazione a argomenti vari come portare a casa la pagnotta, nuovi supporti vs libri tradizionali, nuove probabili direzioni della narrativa. All'interno del post, c'era una citazione sulla musica, che m'andava di ripostare:

«Da tempo i musicisti si sono rimessi sulla strada e hanno rispostato l’accento sull’esibirsi, sul suonare dal vivo. E’ una tendenza di cui parlavamo già una decina di anni fa: «Ora la “cultura di massa” lascia il posto a una nuova forma di cultura “popolare”, in cui contano sempre di più le esibizioni dal vivo, le reti solidali, la condivisione, il DIY [...].
L’artista sarà sempre meno Divo (o Autore) e sempre più cantastorie, menestrello, bardo, griot. Non è molto “punk” tutto questo? In questo processo solo i parassiti [...] hanno qualcosa da perdere, non certo Noi, vasta, eterogenea e ancora inconsapevole comunità di produttori e fruitori e commentatori di musica.»


Non so voi, ma a me questa cosa del tagliare fuori i parassiti piace proprio un sacco.